La
correlazione tra uso di droga e malattie infettive, come l'epatite C
(HCV), è ormai ben conosciuta ma si è sempre pensato che il problema
riguardasse solamente quei tossicodipendenti che fanno uso di sostanze
stupefacenti per via iniettiva, visto che molti di loro hanno
l'abitudine di condividere la stessa siringa.
Ciò
che molti non sanno, però, è che anche lo scambio di cannucce o
banconote arrotolate che servono per sniffare cocaina possono facilmente
essere vettori d'infezione di tale malattia.
Tali strumenti, inseriti nella cavità nasale deteriorata dall’uso cronico
di cocaina, possono venire a contatto con mucose e sangue infetti e,
di conseguenza, trasmettere il virus ad un altra persona che si serve degli
stessi dispositivi.
Ciò che spesso si ignora e che il virus dell'epatite C mantiene il suo "potere infettivo"
al di fuori dal corpo anche per 16 ore, pertanto il rischio di contagio
attraverso l'uso di cannucce utilizzate da altre persone può avvenire
anche non nell'immediato.
Quindi agli effetti deleteri della cocaina sulla
mucosa nasale va aggiunto anche il rischio di contrarre l'epatite C, a causa della presenza
di piccole quantità di sangue sulle cannucce che i cocainomani si
scambiano per inalare la droga.
Tutto
ciò non fa altro che rafforzare il concetto che la cocaina non ha nulla
di diverso da qualunque altra droga e l'unico modo per non rischiare di
andare incontro ai suoi effetti collaterali è quello di smettere di
farne uso.
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